Intervista a Simone Piccinotti · Interviste agli Imprenditori di Successo

Intervista a Simone Piccinotti · Interviste agli Imprenditori di Successo
       Scritto da Claudio Vivante

Simone Piccinotti, fondatore di Minuter, ci racconta come affronta le criticità del settore e le sfide della globalizzazione, con uno sguardo al tema giovani e disoccupazione.

 

Signor Piccinotti, ci racconta della sua esperienza lavorativa?

Ho iniziato a lavorare nel settore della torneria subito dopo la scuola, dopo il militare ho approfondito altre esperienze e poi mi sono dedicato nuovamente al settore della torneria per minuterie metalliche.

 

Ci parli di Minuter.

Ho fondato Minuter nel 1995 a Concesio e poi l’azienda è cresciuta e si è sviluppata a Lograto. Minuter realizza minuteria tornita di alta qualità su specifica dei nostri clienti. Principalmente lavoriamo prodotti con diametri piccoli sia di ottone, di alluminio e di acciaio inox.

 

Quali sono i mercati e la tipologia di clienti di Minuter?

Il nostro principale mercato è il settore della pneumatica, elettromedicale ed automotive. I nostri clienti sono grandi aziende italiane che esportano in tutto il mondo e poi abbiamo clienti in Germania e nord Europa.

 

Minuter ha sempre puntato a realizzare prodotti di alta qualità e a soddisfare le richieste dei suoi clienti, vuole raccontarci?

Partiamo dal presupposto che i clienti hanno esigenze di qualità di prodotto e necessitano di essere soddisfatti e supportati nella progettazione delle loro soluzioni. Minuter offre un importante supporto nella progettazione e prototipazione dei prodotti, accompagnando i clienti nel percorso di sviluppo. 

Solo quest’anno abbiamo sviluppato oltre 100 nuovi prodotti. La qualità del processo si raggiunge con diversi strumenti, per esempio metodologie di tracciabilità ed industrializzazione dei processi.

Questi percorsi sono accompagnati dalle varie certificazioni che abbiamo conseguito e che ci hanno aiutato a seguire percorsi standard e ben consolidati. Ritengo fondamentale certificare tutte le fasi del processo perché costituisce una guida per le persone ed aiuta a sviluppare il lavoro del team.

 

Lei crede molto nel gruppo?

Noi riusciamo a fare prodotti molto complessi proprio per la forza del nostro team. I miei uomini si supportano l’uno con l’altro e l’insieme delle capacità e competenze dei singoli è la chiave di volta per dare risposte ai clienti in tempi rapidi. 

Dal confronto delle idee emergono spunti di crescita e miglioramento che ci aiutano a raggiungere gli obiettivi con successo. È importante stimolare le persone per lavorare per gli stessi obiettivi.

 

“Dal confronto delle idee emergono spunti di crescita e miglioramento che ci aiutano a raggiungere gli obiettivi con successo. È importante stimolare le persone per lavorare per gli stessi obiettivi.”

 

Quali sono le criticità del fare impresa oggi?

Il mondo oggi corre molto veloce rispetto al passato. Bisogna adeguare tutti i settori dell’azienda: logistica, gestione interna, produzione, ufficio commerciale, con la stessa velocità perché se ne dimentichi uno ti manca un tassello.

Il valore aggiunto dei giovani è fondamentale perché loro sanno adattarsi alle nuove tecnologie ed ai nuovi processi molto velocemente. I giovani mancano di capacità di relazionarsi e il valore della mia generazione è nel trasferire le esperienze ed aiutarli.

 

L’azienda ha triplicato il fatturato negli ultimi sei anni, quale è stato il segreto di questo successo?

La determinazione mia e di tutto il mio team nel raggiungere questo obiettivo. Abbiamo lavorato per garantire maggiori volumi e contemporaneamente nel fornire sempre servizi di supporto ai clienti.

 

La globalizzazione ha cambiato il modo di lavorare negli ultimi venti anni. Secondo lei è più una minaccia o un’opportunità?

Noi non possiamo più fare a meno del mercato globale. La globalizzazione è uno stimolo potente per rinnovarsi nel modo di lavorare e nella tipologia di servizi che si offrono al mercato. La globalizzazione è una minaccia per chi non si rinnova. 

Quello che manca è l’adozione di regole uguali per tutti i mercati per esempio, gli standard di gestione della qualità devono essere uguali altrimenti alcuni costruttori dei mercati esteri sono avvantaggiati rispetto ai costruttori europei.

 

Oggi si parla tanto di Industria 4.0. Cosa pensa lei della digitalizzazione dei processi produttivi?

Io penso che sia stato un bello stimolo, molto a vantaggio delle grosse aziende. Nel nostro settore lo è stato, la digitalizzazione diventerà la linea di demarcazione tra le micro imprese che non si adeguano e non si potranno integrare in un sistema industriale che oggi è globalizzato e deve confrontarsi con tutto il mondo.

La gestione dei nostri processi prevede dei modelli che abbiamo applicato per ridurre tempi e sprechi e per mantenere alta la qualità del prodotto finito. Per esempio, per definire le migliori strategie della lavorazione stiamo approfondendo l’utilizzo di strumenti CAD/CAM di ultima generazione.

L’ausilio delle nuove tecnologie di progettazione e controllo integrato della qualità ci aiutano a realizzare prodotti sempre più complessi e in modo veloce poiché i clienti richiedono tempistiche sempre più stringenti.

 

Le aziende hanno bisogno di personale tecnico che non trovano e la disoccupazione giovanile è altissima in Italia. come siamo arrivati in questa situazione secondo lei?

Il mondo della scuola ha grandissime responsabilità e le ultime riforme hanno trasformato alcune scuole tecniche in “parcheggi” per studenti poco motivati. 

La società ha trasmesso il messaggio sbagliato che lavorare in fabbrica non richiede la testa e che è meglio dedicare le proprie energie per studi più “qualificati”. Invece lavorare in produzione, specialmente oggi, richiede tanta attenzione, tante competenze e si possono avere grandi soddisfazioni.

 

“La società ha trasmesso il messaggio sbagliato che lavorare in fabbrica non richiede la testa e che è meglio dedicare le proprie energie per studi più “qualificati”. Invece lavorare in produzione, specialmente oggi, richiede tanta attenzione, tante competenze e si possono avere grandi soddisfazioni.”

 

Oggi molto imprese sono preoccupate per il 2020, il settore automobilistico per esempio vede nubi minacciose all’orizzonte. Lei come vede il prossimo anno?

Secondo me sarà un anno di transizione e sarà un bell’obiettivo riuscire a fare quanto è stato fatto negli anni passati. Bisogna cogliere l’opportunità per consolidare quanto è stato fatto e migliorare i processi interni.

 

 

Iscriviti alla newsletter per rimanere aggiornato sulle prossime interviste


CONDIVIDI:      

Aggiungi commento

Iscriviti alla nostra newsletter

Iscriviti per ricevere i nostri aggiornamenti.

Leggi l'informativa sulla privacy.

Lingua